Colloquio di selezione, la prospettiva dalla parte dell’azienda

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Come può un responsabile delle risorse umane, per quanto esperto, riuscire ad abbattere muri e barriere di protezione nel poco tempo concesso da un colloquio?

Come raccontato nell’articolo Perfetti Sconosciuti spesso, quando ci presentiamo ad un’azienda, lo facciamo avvolti da una corazza, pazientemente costruita, pezzo dopo pezzo, in anni di duro lavoro e con instancabile abnegazione. Un’esigenza scaturita dall’emozione più condivisa e umana in assoluto: la paura.

E si sa, ognuno si difende come può.

Il rischio che corriamo però  è che dall’altra parte, possa non esserci né la voglia né la forza di impiegare tante energie per andare a scoprire ciò che realmente si nasconde dentro la pesante armatura. Un principio di interrelazione che, peraltro,  non vale solo per i rapporti di lavoro.

Il mondo del lavoro dopo il lockdown

Collaborando con le aziende mi rendo conto di quanto sia cambiata la gestione HR. Il lockdown ha richiesto interventi in emergenza per la riorganizzazione del lavoro, sia da remoto che in presenza. Le aziende hanno dovuto rivedere la propria struttura organizzativa e produttiva dall’oggi al domani, senza quindi avere il tempo necessario per una pianificazione strutturale che normalmente richiede mesi per andare a regime .

Il modello di lavoro non  è cambiato solo per l’imprenditore, gli effetti hanno coinvolto ogni settore aziendale con conseguenze come disorientamento e tensioni interne al personale di struttura. Un impatto emotivo che alla fine non ha risparmiato nessuno ma che ha posto tutti i lavoratori e in maniera trasversale davanti a

  • Incertezza per il futuro
  • Maggiori livelli di stress
  • Capacità di adattamento.
  • Flessibilità.

In questo scenario inedito, se un’azienda oggi è nella condizione di cercare nuove figure professionali da inserire in organico, è molto probabile che abbia optato  per ripartire più che per riaprire, dando vita ad una vera e propria ristrutturazione interna, attraverso investimenti e pianificazione sia dei processi operativi che in termini di formazione. Non sono certo nella testa degli imprenditori ma per esperienza mi sento di dire che, soprattutto in questa fase, se stanno cercando personale da inserire sanno esattamente chi e cosa vogliono, la persona giusta!

Chi cercano oggi le aziende?

Nelle consulenze che svolgo sul territorio, quando chiedo che tipo di figura si stia cercando la maggior parte delle volte mi viene risposto: “qualcuno che abbia voglia di imparare, che sia sveglio, motivato e con voglia di lavorare”.

Questo mi porta a pensare che le aziende cercano sì le competenze ma sono per lo più interessate ad aspetti caratteriali e personali, quindi alle soft skills, termine abusato ma che di fatto racchiude tutti quegli aspetti non misurabili ma facilmente riconoscibili e che fanno del candidato “la persona giusta” per quella determinata realtà produttiva .

Quindi mi chiedo, come potrà un responsabile HR o un selezionatore nel poco tempo a disposizione di un colloquio andare ad indagare per scovare chi si nasconde dall’altra parte, sperare di abbattere le barriere e gli schermi di protezione con i quali i candidati, specie i più giovani, molte volte si presentano?

Oltretutto c’è da dire che molte aziende, anche quelle sane e più organizzate, non sempre dispongono di una persona al loro interno con le competenze specifiche e dedicata interamente alla selezione del personale.

Faccio dunque appello alla responsabilità personale del candidato affinché giochi il proprio ruolo con sincerità e consapevolezza. Che senta di voler portare con convinzione la propria istanza, avendo maturato la consapevolezza di se stesso, decidendo così di mostrarsi fieramente per quello che è piuttosto che appaltare l’intera questione all’altra parte, affidando oneri e onori  del  buon esito della selezione esclusivamente alle capacità investigative del selezionatore. In buona sostanza cedendo la responsabilità della proprie azioni anziché assumerla.

Perché diciamocelo, verificare il livello di inglese è facile, basta una domanda aperta in lingua e il gioco è fatto, ma riconoscere se davanti a me ho una persona: inclusiva, empatica, in grado di lavorare in team e soprattutto coerente in termini di obiettivi e motivazione, quanto lavoro e fatica in più richiede?

Nella definizione dei ruoli: se il candidato porta se stesso in termini di competenze, esperienze e aspetti personali, il selezionatore può svolgere il proprio lavoro di indagine, verifica e approfondimento. Se ciascuno svolge il proprio lavoro possono esserci il tempo e le energie per andare oltre e darsi reciprocamente una chance.

Siamo in una nuova era, il cambiamento è arrivato senza darci né il tempo né il modo di prepararci ad accoglierlo, è il momento per farci trovare pronti ed adulti se l’obiettivo è quello di cogliere l’opportunità per  inserirsi nel percorso della nuova realtà, non solo lavorativa.

C’è qualcosa che vorresti chiedermi?

Vorresti saperne di più sugli obiettivi che puoi raggiungere e sul percorso che possiamo fare insieme?