Come si affronta un colloquio di lavoro? “In linea di massima esattamente con la stessa modalità di comportamento che dovremmo tenere davanti ai nostri genitori!”.
A questo punto normalmente vedo mandibole slogate ed occhi sbarrati, con un punto interrogativo gigante al posto delle pupille.
Invece si, ragazzi, è proprio così! Davanti ad un responsabile HR dovremmo assumere lo stesso atteggiamento che dovremmo avere davanti ai nostri genitori, e quindi: umiltà, rispetto e sincerità.
Ciò che diciamo, sebbene valga solo il 7% della nostra comunicazione, ha in ogni caso la sua importanza, soprattutto in termini di coerenza.
Il Paraverbale è un indicatore forte e dice molto di noi; tono della voce e fluidità nell’esposizione forniscono molte più indicazioni di quanto non crediamo, decisamente di più che non qualche frase ad effetto buttata lì con l’intento, del tutto illusorio, di impressionare il nostro interlocutore.
Quello, però, che non mente mai è il nostro Non Verbale. Il nostro corpo è la parte più vera di noi, impossibile da gestire o da controllare. In teoria potremmo anche non parlare, dato che il Non Verbale comunica nostro malgrado.
Pertanto, se asserirete di essere “determinati”, uno sguardo mediamente esperto potrà facilmente riscontrare la coerenza di ciò che state comunicando, semplicemente osservando la postura delle spalle o la direzione del vostro sguardo; se asserirete di essere umili e pronti ad imparare, la posizione delle gambe o la rigidità mandibolare potranno confermare o meno le vostre parole.
Queste sono linee guida generiche, un codice di buon senso che sarebbe auspicabile tutti adottassero, ma per quanto riguarda la selezione di un profilo Junior, per la quale più che le hard skills, ossia le competenze, valgono le soft skills, è quasi un piccolo manuale da consultare “spesso e volentieri”.
Quando un’azienda decide di assumere un giovane, difficilmente sarà il livello delle competenze a fare la differenza; certamente sono importanti: il background di studi, eventuali specializzazioni, certificazioni, soggiorni all’estero e altro; ma in ottica di investimento, quali affiancamento e formazione, un responsabile HR sa cosa cercare, e riconoscerà il candidato che avrà le competenze trasversali che fanno al caso suo.
Se il ruolo da ricoprire in azienda sarà all’interno dell’ufficio marketing o commerciale, le caratteristiche di maggior rilievo potranno essere: spigliatezza, curiosità ed aspetti relazionali; al contrario, se si tratterà di un back office, potranno prevalere gli aspetti di: organizzazione, precisione e cura dei dettagli.
Le domande di selezionatori esperti saranno difficilmente decodificabili da un candidato giovane ed alle prime esperienze, perché colme di trabocchetti e trucchi tipici del mestiere.
Questo è il motivo per il quale mi sento di tornare alla domanda iniziale: “Come si affronta un colloquio di lavoro?” Con atteggiamento umile, l’azienda è lì da prima che voi probabilmente nasceste; Con rispetto nei confronti di chi troverete davanti a voi, chi è lì per selezionarvi ha competenze ed esperienza nel ruolo, anche se potrà apparire poco più grande di voi; E con sincerità, perché qualunque cosa affermerete di essere, di volere o di avere, se non corrisponderà a ciò che realmente siete, giocherà solo contro di voi, con la conseguenza drammatica di sentirsi dire la frase più temuta …: “Grazie le faremo sapere”, pronunciate con quei Paraverbale e Non Verbale che arrivano anche ai meno esperti.