Le Parole, quelle dette con rabbia, con amore o tanto per dire, parole che feriscono, che coccolano, ma che spesso non siamo consapevoli di quello che potrebbero generare in chi le riceve.
La parole che sentiamo nascere dal cuore, il cui significato è dell’intenzione di ciò che vogliamo realmente comunicare, sono quelle pronunciate con consapevolezza, per le quali sentiamo di essere pronti a prenderci le conseguenze, positive o negative che siano.
Ecco la consapevolezza, la centratura, non è un lancio di pietre a occhi bendati, ma un lavoro di precisione millimetrica: abbiamo scelto realmente cosa dire.
Per la mia generazione i testi scritti erano fonte di emozione, veicolavano messaggi profondi, che fossero di Leopardi, Calvino, Bob Dylan o Renato Zero.
Ogni testo poteva rappresentare l’occasione per trovare una frase che pareva parlasse proprio a noi, a come ci sentivamo in quel momento, della nostra storia, del nostro dolore, perché diciamocelo… il periodo dell’adolescenza è essenzialmente rabbia e dolore. Così come immersi in uno stato di complicità, che solo noi conoscevamo, con l’autore ci veniva spontaneo pensare…”però è proprio quello che penso, che provo, esattamente le stesse cose, non avrei saputo dirlo meglio di così”… Ed ecco quindi i diari di scuola riempiti di citazioni, alcune addirittura valorizzate da cornici di fiorellini o disegni, di cui solo noi e il Calvino di turno custodivamo il significato intrinseco.
Oggi non saprei se sia ancora così, ma di sicuro lo è per me, che, come ieri, continuo nella ricerca della frase che non saprei scrivere meglio, che racconta di qualcosa che sento, che sembra scritta per me e non avrei saputo fare di meglio …
Tra gli autori che amo di più, scoperti da qualche anno, c’è Brunori Sas. Lo sento particolarmente vicino immaginando di avere alle spalle un percorso condiviso di “lavoro su di sé”. Del resto, come potrebbe scrivere di certi movimenti interiori con questa precisione se non lo facesse proprio per me..? Per chi non lo conoscesse mi permetto di consigliare un avvicinamento, evitando di lasciarsi trarre in inganno dalla melodia spesso leggera, quasi festosa, all’apparenza disimpegnata, ma di soffermarsi sui testi, perché è proprio quello il combinato disposto che colpisce andando dritto al segno, “colpito e affondato”, spesso in una reazione cronologica a rilascio graduale.
Un messaggio importante incartato in un ritmo orecchiabile, facile, simpatico. Tra tutte, se deciderete di provarci, “La verità”, che, pur essendo stata la sua canzone più famosa e ascoltata, potrebbe valere un secondo e anche un terzo ascolto, per scoprire che non siamo soli, ma che la paura di vivere e il mantenersi agganciati a vecchi valori e schemi non è solamente nostra; tranquilli, siamo in diversi.. tanto da scriverci addirittura una canzone di grande successo.
Buon ascolto!