So che la pagherò, ma non posso che iniziare con: “ai miei tempi”.., e già vedo mio figlio che si interessa alla lettura..
Dicevo, ai miei tempi i colloqui di lavoro erano regolati per lo più dal passaparola. Certo non solo; raccomandazioni e privilegi hanno avuto l’immunità trans-generazionale per poter arrivare intatti fino ad oggi.
Spesso capitava di essere chiamati dalla segretaria del “titolare”, quasi una creatura mitologica all’epoca e fare il colloquio direttamente con Lui. Eravamo nell’era del pre D.L 196 e pertanto potevano essere richieste le referenze al datore di lavoro precedente, ma non solo.
Era certo che durante il colloquio sarebbe saltata fuori un’ inaspettata conoscenza in comune, alla quale il nostro potenziale nuovo capo avrebbe fatto una telefonata per saperne di più, su chi si stava mettendo in casa. Si perché era quasi più un vincolo di unione eterna che non un distratto rapporto mordi e fuggi.
Il tempo del colloquio era una variabile non misurabile né prevedibile e il verdetto veniva raggiunto con la proporzione del 60% , impressioni del titolare e 40% da quanto sarebbe emerso sul nostro conto, dalle varie fonti interpellate per lo scopo.
Ultimamente navigo un po’ di più sui social e in certi casi rabbrividisco da quanto vedo e non ne faccio una questione di morale o altro, diciamo che sono una donna che ha vissuto ben oltre il suo 50% . Quello che mi lascia sgomenta è l’ingenuità con la quale alcune persone, va detto per lo più i più giovani ,utilizzano i social.
Ragazzi ! Non state scrivendo sul diario che andava tanto di moda nell’era geologica dalla quale provengo e che in ogni caso veniva allucchettato e accuratamente rimpiattato, con la strategia degna di Lupin III. I social sono lì a portata di tutti e sono le referenze che le aziende , oggi, hanno a disposizione per saperne di più su chi stanno per “mettersi in casa”. Quindi agite con maturità, “Condicio sine qua non” per un’assunzione. Rinunciate alla tentazione della superficialità e della vanità a vantaggio di una consapevolezza più adulta. Il vostro profilo social è come un Curriculum Vitae, spesso arriva alle aziende prima di voi. Avere un buon CV è importante quanto saper scegliere cosa “postare “ e cosa è preferibile allucchettare e piazzare accuratamente sotto il materasso.